Alfredo porta sempre con sé un quaderno a quadretti in cui scrive, con la sua grafia incomprensibile ai più, tutto ciò che passa nella sua mente e nel suo cuore: sappiamo che l’ultima pagina bianca di quel piccolo quaderno è scritta con un inchiostro particolare, il rosso di una vita che si fa dono.

Fin dai suoi primi viaggi in Africa, durante gli studi teologici in Kenya, firma alcune poesie con un appellativo in lingua kiswahili, Maua linanuka (fiori che profumano) e Maua linatoua (fiori che fioriscono): non solo un semplice richiamo al proprio cognome quanto, forse, un riferimento alla bellezza della vita di chi si spende, si dona, si mette nelle mani degli ultimi.

Pagina dopo pagina, quel quaderno custodisce i tratti di una vita quotidiana, nella sua semplicità, ma al tempo stesso vissuta pienamente, con entusiasmo e passione – come ama dire egli stesso fin da bambino – nel fare del bene agli altri.

Le poesie di Alfredo ci conducono dentro la sua esistenza, nel suo sentire profondo, dal germoglio al fiore, fino al profumo che ancora oggi di lui respiriamo.